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il 28 Aprile, Castelvetere tra storia e leggenda

Written By: Redazione

CASTELVETERE – Il nostro paese, come d’altronde anche gli altri, è molto legato alle antiche tradizioni: una di queste, e di particolare importanza, è la festa del 28 aprile. Luogo importante di questa tradizione è la Chiesa del Miracolo, oggi Santuario Maria SS. Delle Grazie, che è anch’esso legato ad un’antica leggenda. In una notte d’aprile dell’anno Mille, la Madonna comparve in sogno ad una vecchia donna del paese, chiedendole di innalzare una chiesa in suo onore. Quando la signora raccontò del suo sogno non fu creduta, ma addirittura ritenuta pazza. La notte seguente, Maria le apparve nuovamente con un messaggio chiaro da comunicare al sacerdote: il luogo dove avrebbe voluto la chiesa, sarebbe stato ricoperto di neve il giorno 28. Naturalmente il mattino seguente fu trovata una piccola quantità di neve sul terreno. Dopo questo avvenimento fu costruita la chiesa. La Vergine, inoltre, volle fare un dono agli abitanti di Castelvetere: il pane benedetto. Si racconta che una donna molto malata e in fin di vita, donò alla Chiesa due selve di castagne e un appezzamento di terreno dove, con il grano raccolto, si preparasse del pane e si distribuisse ai poveri e alle persone devote il 28 aprile. Quest’ opera di carità fu svolta per molti anni, ma oggi la quantità del pane è stata triplicata per il notevole numero di fedeli. I preparativi per la festa del 28 aprile sono lunghissimi e richiedono molto tempo; si inizia a fine marzo quando avviene la raccolta della legna per la panificazione. Quest’ultima dura una decina di giorni, durante i quali vengono realizzati circa 40.000 “tortani” di 50 gr. ciascuno, per essere poi distribuiti dalle “dispensatrici” nel paese, il 28 aprile, e nelle campagne, il 29.

Il 25 aprile, si partecipa alla raccolta dei narcisi per adornare il trono della Madonna. Il 27 aprile, vigilia della festa, viene innalzata la statua della Madonna, nel Santuario e vengono, inoltre, benedetti i “tortani” nella chiesa di San Lorenzo. Qui essi sono disposti uno sull’altro fino a formare un altare di pane, simbolo di abbondanza e prosperità. Il 28 aprile le “dispensatrici”, dopo la processione della mattinata, cominciano a distribuire il pane benedetto nelle case del paese. Ma chi sono queste “dispensatrici”? Sono bambine del luogo o figlie di emigranti castelveteresi dai 7 ai 10 anni di età che indossano un abito particolare simile a quello della Vergine, adornato con oro cucito da signore devote, e portano sul capo un cesto, nel quale vengono posti i “tortani”. Esse vengono accompagnate da una dama e da un cavaliere dotato di un bastone che ha una funzione simbolica. Quasi tutte le donne del paese sono state almeno una volta “dispensatrici” da bambine e partecipare alla festa in tutte le sue fasi è spesso legato a una grazia ricevuta o anche solo a semplice devozione. Il 29 aprile, secondo giorno della festa, le “dispensatrici” distribuiscono nei negozi un “tortano” un po’ più grande (di San Pietro) e, durante il pomeriggio, si recano nelle campagne del paese per dispensare anche lì il pane benedetto. Giunta la sera, si riparte tutti insieme, in processione verso il paese; il tragitto, seppur lungo, viene allietato da canti in onore di Maria SS. delle Grazie. Alla fine, tutti i partecipanti sperano di rincontrarsi il prossimo anno, per trascorrere nuovamente la festa insieme e per esprimere tutta la loro devozione alla Madonna delle Grazie. “L’ ann chi vene pure!”, “Anche l’anno che viene!”, è con questa frase che i devoti si lasciano alla fine di ogni fase della festa.

Grazia Moccia

X Secolo

Non ci crederete mai a quello che sto per dirvi, ma io ve lo racconto lo stesso; stanotte, mi è apparsa una signora in sogno la quale ha detto che dobbiamo fondare una Chiesa, qui, in questo paese, a Castelvetere. Beh, io penso cari miei che essa sia la Santa Madre di Gesù, nostro Signore e Salvatore. Come fosse previsto,nessuno diede importanza alle mie parole, anzi, mi definirono pazza, una povera vecchia abbandonata. I giorni passavano, ma io non mi persi d’animo, continuai ad avere fede, e feci bene; infatti, una notte di mezza primavera, ritornò nei miei pensieri e disse: ” Nel punto in cui farò cadere della Candida neve, lì potrete costruire il mio Tempio”. Tornai dalle autorità, dal curato e dal popolo, e cercammo per il paese fino a quando, ai piedi del Castello, trovammo una piazzetta coperta di neve. Quel giorno son sicura che rimarrà nella storia di questo piccolo paese di Castelvetere… era il 28 Aprile.

Angelo Cataldo

2 Comments

  1. Lucio Lanzetta ha detto:

    Bravissima!Spero che scriverai un articolo per ogni futuro numero del nostro giornalino.
    L.L.

  2. gianluca ha detto:

    E molto commovente

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